Un insegnante prelevò un pesce dall’acquario presente in classe, lo posizionò sul tavolo davanti agli studenti e poi uscì dall’aula, lasciando l’istruzione che nessuno potesse allontanarsi dal proprio posto. Avvertì che chiunque avesse disubbidito sarebbe stato immediatamente espulso dalla scuola. Di fronte a questa minaccia, nessun bambino si mosse, e tutti osservarono il pesce agonizzare sul tavolo.
La paura di subire conseguenze impediva loro di intervenire.
Tuttavia, alla fine, una ragazza si alzò impetuosamente, si precipitò verso il pesce e lo ricollocò nell’acquario. Lei era l’unica che non poteva sopportare l’idea di assistere impassibile alla morte del pesce.
Al suo ritorno, l’insegnante spiegò che l’accaduto costituiva una lezione molto importante: la paura di essere puniti non dovrebbe mai ostacolare il nostro agire secondo coscienza. Evidenziò come, in certe circostanze, sia necessario contrapporsi all’autorità e alla conformità collettiva per perseguire ciò che è moralmente corretto.
In certe circostanze, è necessario contrapporsi all’autorità e alla conformità collettiva per perseguire ciò che è moralmente corretto.